Ciao Papa', sei stato il miglior padre che potessi desiderare.
Mi hai insegnato a essere onesto, buono, grande lavoratore, coerente e anche un po' permaloso, tutte doti o difetti che ti hanno principalmente caratterizzato.
Tu pero' sei stato soprattutto buono e giusto: non ti ho mai sentito parlare male, neanche una volta, di qualcuno.
Mai sopra le righe, anche se comunque sempre determinato.
Ricordi come ti chiamavano all'Agenzia di Ponte San Pietro? La Ruspa!
Perche' tu non ti fermavi mai davanti a niente o nessuno.
A Ponte San Pietro ricordo quando ti consegnarono 500.000 Lire per un buon consiglio che desti a un utente ENEL.
Tu con garbo li restituisti, perche' dare consigli giusti era il tuo mestiere, cosi' dicevi!
Ricordo ancora il tuo stupore quando mi bocciarono in terza liceo, io che ero sempre stato tra i primi della classe.
In quel caso, tu non ne facesti una tragedia, ma mi obbligasti a rifare la terza nella stessa sezione e con gli stessi professori.
Non volevi che io trovassi scorciatoie di compromesso, volevi che la vita mi insegnasse qualcosa, ma senza particolari scossoni.
Ricordo ovviamente molto bene anche quando ti diagnosticarono la malattia, mi chiamasti subito preoccupato e io prontamente venni alla Clinica Palazzolo per rincuorarti e, purtroppo, mentirti.
Ero stato educato a essere presente quando richiesto; cosi' lo sono oggi anche con gli amici.
Nel momento del bisogno io ci sono!
Poi ho ricordi di quando ero piccolo, quando mi togliesti le rotelline dalla bicicletta sul piazzale della chiesa di Piazza Brembana e poi le estati a Marebello alla pensione Alberta.
Conservo ancora, con estrema cura, il foglio che ho trovato nelle tue carte e che tu hai conservato per ben 72 anni: l'elenco con gli indirizzi dei tuoi amici avieri con cui stringesti amicizia a Guidonia nel 1946: Silvano di Marebello di Rimini e proprietario della pensione Alberta, dove ci recavamo sempre d'estate, e il Nano di Rivoltella, dove andavamo sempre per stare bene.
Spero che oggi ti accolgano e ti spieghino come funziona lassu'; sei l'ultimo ad arrivare, ma ad aspettarti ci sara' anche l'amico di sempre, Carlo, e poi tanti altri come il Cirillo e la Carla, il Pio e la Mariuccia, il Sandrino, tuo cugino Mario, gli Zii, il Primo, l'Antonio, l'Hermes, i cugini Caironi e tanti altri.
Penso anche che troverai tanti collaboratori che hai avuto e che ti chiamavano, con affetto, ol me capo.
Tutte bellissime persone, che hanno contribuito a rendere facile e felice la nostra vita.
Sei stato anche il miglior marito che mamma potesse sognare: sempre presente, attento e fedele, in 64 anni di matrimonio.
Hai voluto la tomba di famiglia, perche' dicevi che avresti voluto stare per sempre con lei: ce l'hai!
Dove ci sono anche i nonni ad aspettarti.
Insieme con Marilena siamo stati una gran bella famiglia.
Sempre tutti uniti e solidali, perche' nonostante le normali divergenze eravamo appunto una gran bella famiglia.
Cosi' ci hai insegnato: con poche parole e con l'esempio.
Mai una differenza, anche se la mamma talvolta ci provava.
Mi spiace: non ti ho dato la nuora e il nipotino che desideravi tanto e che ti avrebbero allietato ancor piu' la vita, pero' ci ha pensato Marilena, sempre complementare a me, con il tuo unico adorato nipote Francesco e tuo genero Angelo, sempre solidale con te.
E' stato comunque tutto piu' facile con te: ricordo ancora la tua gioia quando sono stato promosso Dirigente e ricordo bene le tue parole quando mi licenziarono: che problema c'e'? ci siamo qui noi!.
E poi gli ultimi mesi in cui eri debole e tanto indifeso, ho cercato, per quanto possibile, di aiutarti e rendere tutto piu' facile, come tu hai fatto sempre con noi.
Quanti grazie non dovuti, anche quando avevi solo un alito di voce!
E' stato bello!
Grazie Papa', mi mancherai!

Il tuo adorato figlio Stefano